La morte di Benedetto XVI e le seguenti dichiarazioni del suo segretario personale hanno sollevato la divisione interna della Chiesa.
Le dichiarazioni dell’arcivescovo emerito Georg Gänswein, segretario personale di Ratzinger, relativamente alle “due tifoserie” interne alla Chiesa, hanno rotto gli equilibri di una divisione che Papa Francesco e Papa Benedetto XVI hanno cercato di mantenere in questi anni. Ma la verità è che la Chiesa resta divisa in due, secondo il vaticanista Antonio Politi all’interno della Chiesa cattolica c’è una “guerra civile” che dura da otto anni, ovvero dalle dimissioni di Ratzinger.
La guerra è tra “il fronte conservatore e quello riformista di Papa Francesco” spiega a Euronews Politi. “Al fronte conservatore non è piaciuto per niente che Papa Francesco desse la comunione ai divorziati risposati, oppure che lui smettesse di demonizzare l’omosessualità, e che fosse così progressista sul piano della politica sociale.” I due papi si sono sforzati in questi anni ad avere rapporti amichevoli ma le loro “tifoserie” non lo erano per niente.
Papa Francesco è solo: i conservatori sono più attivi nella loro difesa
Nel frattempo Georg ha promesso a Ratzinger di distruggere tutti i suoi documenti personali, cosa malvista da chi ritiene che il papa emerito nascondesse qualche verità del Vaticano, che avevano motivato anche le sue dimissioni. L’ex segretario personale di Benedetto XVI inoltre ha deciso di far uscire a breve il suo libro, una confessione sul rapporto tra i due papi Nient’altro che la verità” che potrebbe sconvolgere gli equilibri vaticani.
Papa Francesco infatti nel 2020 fu ‘congedato’ da Bergoglio dall’incarico di capo della Prefettura della Casa Pontificia, definendosi lui stesso “un prefetto dimezzato”. Il motivo fu il non intervento di Georg nel frenare Ratzinger dal prendere pubblicamente parte riguardo al Sinodo dell’Amazzonia che apriva la possibilità di un clero sposato. Secondo Politi, questo libro farà molto discutere perché la linea conservatrice non era retta solo da Ratzinger e Georg ma sono molti all’interno del Vaticano che non vedono di buon occhio il progressismo di Francesco.
Secondo il vaticanista “C’è una solitudine oggettiva di Papa Francesco. Perché il fronte degli oppositori è molto attivo mentre invece i seguaci di Papa Francesco sono molto meno attivi” spiega Politi. “Francesco gode di un grande consenso tra i cattolici, tra i cristiani, tra i musulmani e tra gli ebrei, tra i agnostici, tra i non credenti. Però, quando si tratta di prendere posizione, sono molto più attivi i conservatori. E adesso diventeranno ancora più aggressivi, perché sperano che anche Papa Francesco si dimetta e si arrivi al Conclave”.